sabato 16 gennaio 2010

9 GENNAIO 1950 9 GENNAIO 2010 Morti che parlano, Vivi che sono morti?

9 GENNAIO 1950 9 GENNAIO 2010
Morti che parlano
Vivi che sono morti?

Arturo 21 anni presente Ennio 21 anni presente
Renzo 21 anni presente Angelo 30 anni presente
Roberto 36 anni presente Arturo 43 anni presente

Sono morti lottando contro i licenziamenti per mano della polizia di uno “Stato democratico e repubblicano” appena uscito dalla Resistenza.
Lasciamo agli organi istituzionali l’aspetto “formale” del ricordo di questo eccidio.

Per noi invece quel grido di Libertà, Giustizia e Uguaglianza è vivo, ora come allora, perché oggi come ieri gli operai stanno subendo un attacco che ne mette in discussione la sopravvivenza.

Noi del CLARMO ribadiamo che quegli Operai Sono Morti Lottando Contro i Licenziamenti.

Oggi ci dicono che i tempi sono cambiati e che ciò non si può ripetere,
Dicono questo perché nelle lotte attuali non c’è la rabbia e la determinazione di quei nostri morti.
Per quanto tempo ancora?
Gli operai dell’ALCOA sono stati picchiati, anche oggi, dalla polizia di uno “Stato democratico e repubblicano”. I picchetti degli operai dell’INNSE, che lottavano contro la chiusura della fabbrica, sono stati selvaggiamente caricati dalle “forze d’ordine”. In provincia di Lodi 2 operai della RSZ NEW PROJECTS sono stati feriti dalla polizia, mentre con i compagni effettuavano un picchetto contro i licenziamenti programmati.
I padroni smantellano le fabbriche, “dicono di averne il diritto perché sono i padroni”.
Ma anche noi operai abbiamo il diritto di lavorare “ dicono che è scritto nella Costituzione”.

E allora, a parità di diritti, oggi come allora, contano i rapporti di forza.
Il pericolo nel procedere in ordine sparso espone gli operai al selvaggio attacco delle forze d’ordine al servizio della borghesia. Noi siamo convinti che tutti gli operai uniti e senza distinzioni di categorie hanno una forza che nessun eccidio e nessuna carica delle ”forze d’ordine” può fermare.

Per onorare e ricordare Arturo, Ennio, Renzo, Angelo, Roberto, Arturo non usciamo dalle fabbriche non facciamo uscire nemmeno un bullone non trattiamo con chi vuole licenziare i lavoratori.

No alla dispersione aziendale delle lotte.
Lo scontro è di classe: Unire le lotte !!

C.ordinamentoLA.voratori R.esistenti MO.denesi
Per conoscerci: il C.La.R.Mo si riunisce il primo e terzo mercoledì di ogni mese alle ore 21 presso il laboratorio S.Co.S.S.A. in via Carteria 50 a Modena (laterale di via Emilia Centro)

lunedì 16 marzo 2009

La Coop sei ancora tu…. o è cambiato qualcosa?

Ignorata dallo stesso sindacato di appartenenza (CGIL), ha sollevato interesse e indignazione tra soci e dipendenti, la vicenda della cassiera della Coop Estense di Nonantola ingiustamente licenziata e prontamente reintegrata dal giudice (vedi riquadro).

Non è che l’ennesima conferma che anche dentro la Coop Estense il clima sta rapidamente degenerando verso derive autoritarie e “antisindacali”.

Nonostante la retorica pubblica sulla “diversità” del sistema cooperativo e dei suoi valori originari, l’attuale management, con tipica arroganza padronale, concepisce le relazioni di lavoro solo in termini di comando di impresa.

Atteggiamento riscontrato nei rinnovi contrattuali (aziendale e nazionale) dove la richiesta prevalente dell’Azienda, mira alla libertà incondizionata nella gestione del personale, sacrificando diritti e dignità dei lavoratori alle esigenze del “mercato”.

Molte cose alla Coop Estense stanno cambiando, e non certo in meglio per i lavoratori….

…….ma la CGIL da che parte sta?



ANNULLATO IL LICENZIAMENTO: CASSIERA COOP ESTENSE REINTEGRATA!
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_ANNULLATO IL LICENZIAMENTO; CASSIERA COOP ESTENSE REINTEGRATA!
Era stata ingiustamente licenziata per aver fruito di uno sconto, utilizzando la tessera soci gentilmente fornitagli da una cliente. Il giudice, rilevata come prassi comune il comportamento della cassiera, ne ha ordinato l'immediato reintegro sul posto di lavoro. Nonostante la chiara sentenza assolutoria emessa dal giudice in favore della cassiera, la Coop Estense, invece di riconoscere proprie responsabilità e carenze nella gestione dei rapporti di lavoro assumendo un atteggiamento conciliante, arbitrariamente ha attuato nei confronti della dipendente una ritorsione, infliggendole 8 giorni di sospensione(!)Un aggravio psicologico difficilmente sostenibile da parte della lavoratrice. In sede giudiziale, fatto del tutto sconosciuto quanto sorprendente, la Coop “vantava” di aver già licenziato (o dimissionato?) 15 dipendenti, vittime di situazioni analoghe. Chiamato a testimoniare a difesa della lavoratrice, il rappresentante sindacale contestava l'assenza di una chiara normativa per un uso corretto della carta soci, evitando ai dipendenti traumatiche sanzioni disciplinari. Tesi accolta dal giudice. Ad oggi non risulta sia stata attivata nessuna comunicazione/disposizione per fugare ogni ambiguità interpretativa, impedendo gestioni arbitrarie nel rapporto di lavoro.
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Su queste ed altre preoccupanti minacce, riguardanti i diritti collettivi e del singolo, che sempre più denotano un arrogante gestione del personale di Coop Estense, rivolgiamo un appello alla sensibilità democratica dei soci/dipendenti, dei sindacati, dei clienti (soci e non) e dei dirigenti affinché censurino simili atteggiamenti, indegni della Cooperazione e delle sue tradizioni.
NON SI POSSONO CELEBRARE, SUCCESSI OTTENUTI CALPESTANDO LA DIGNITA’ DEI LAVORATORI !

Di vessazioni varie e di contrattazione riguardante la Coop Estense
ne discutiamo il I° e il III° mercoledì del mese in Via Carteria 50 dalle ore 21e15

clarmo@libero.it Coordinamento Lavoratori Resistenti Modenesi

lunedì 9 marzo 2009

Le crisi : 1907 – 1929 – 2008

Le crisi : 1907 – 1929 – 2008 ?
CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE DI CAPITALI E DI MERCI:
PER UN LAVORATORE CHE SIGNIFICA?

Lavoratori, la politica italiana ed i sindacati concertativi, attraverso i mezzi di informazione, ci vogliono far credere che questa crisi mondiale del capitalismo è colpa delle speculazioni finanziarie. L‘origine vera sta nei rapporti di produzione tra sfruttati e sfruttatori, che destina progressivamente le risorse da noi prodotte a vantaggio di questi ultimi. Cornuti e mazziati! Dopo aver intascato gli utili ora, con i nostri soldi pubblici, socializzano le perdite per salvare le banche, mettendo nella stessa barca chi crea le crisi (padroni) e chi le subisce(lavoratori).

LAVORATORI SGOMBRIAMO IL CAMPO DA OGNI EQUIVOCO: NON CI SARA’ SACRIFICIO CHE POTRA’ INVERTIRE LA TENDENZA IN ATTO. ANZI SI STA DIMOSTRANDO PROPRIO IL CONTRARIO!

Con 1200 € di stipendio non si arrivava a fine mese. Come pensiamo che sara' la nostra vita con 7-800 € di cassa integrazione e peggio ancora per le migliaia di precari compensati con la disoccupazione?
I nostri sacrifici del passato, anziché migliorare le nostre condizioni di vita, hanno alimentato le speculazioni finanziarie e la chiusure di fabbriche. Trasferimenti di lavorazioni in lidi più remunerativi hanno scatenato guerre fratricide tra operai costretti a rinunciare ai loro diritti, illudendosi di mantenere il posto di lavoro salvaguardando il profitto del padrone.

MA E’ COSI’ DIFFICILE CAPIRE CHE LA CRISI E’ STATA PRODOTTA DAGLI
STESSI CHE VOGLIONO STRITOLARCI CON IL LORO ABBRACCIO MORTALE?
Lavoratori, il sistema capitalista ci sta trascinando in un baratro; dopo i morti e i feriti sul lavoro NEPPURE LO SFRUTTAMENTO E’ PIU’ GARANTITO!!!

Ci hanno progressivamente ridotti alla fame promettendoci un futuro migliore. Oggi si dimostra l’esatto contrario. Nella rincorsa al profitto perpetuo hanno sostituito la capacita' di consumo delle masse con finanziamenti “allegri” originando processi fallimentari inarrestabili. Immensi capitali, non trovando impieghi produttivi in mercati ormai saturi hanno rivolto le loro mire speculative ai beni essenziali (grano, petrolio ecc.) costringendo alla fame e alla migrazione intere popolazioni.
Gli USA, 5% della popolazione mondiale, consumano per il 25% delle risorse del pianeta; questo in sintesi ci dimostra la causa della fame nel mondo e l’origine di tante guerre per accaparrarsi le materie prime, mantenendo una iniqua distribuzione delle risorse disponibili.

IL PARADDOSSO DELLA CRISI ATTUALE DI SOVRAPPRODUZIONE E’ VEDERE I LAVORATORI ALLA FAME DAVANTI AI PIAZZALI RICOLMI DI MERCI INVENDUTE!! ABBIAMO PRODOTTO TROPPO!!

Anche noi per i padroni siamo merci, da spremere come limoni per i loro profitti….per essere gettati. Sara' dura, abbiamo tutti contro: padroni, politici, sindacati concertativi e apparato repressivo asservito (Napoli, Milano: botte agli operai in lotta a difesa del posto di lavoro).
MA L’UNICA BATTAGLIA GIA’ PERSA E’ QUELLA CHE NON SI E’ COMBATTUTA!
• La crisi del 1907 ha prodotto la prima guerra mondiale.
• La crisi del 1929 la seconda guerra mondiale.
• La crisi del 2008 quale futuro ci sta riservando?
SOLO ATTRAVERSO DISTRUZIONI DI MERCI E CAPITALI IL SISTEMA SI PUO’ RIATTIVARE!
Invertiamo questa tendenza prima che ci distrugga, destinando la ricchezza da noi prodotta allo sviluppo di una societa' più giusta. Su questi temi si è costituito a Modena un Coordinamento di lavoratori per:
• favorire il confronto su questi temi;
• offrire un punto di riferimento per unificare le lotte evidenziando il carattere di classe nello scontro in atto;
• sostenere ed estendere l’organizzazione e la capacita' rivendicativa dei lavoratori a livello di base.

Il coordinamento si trova il primo e terzo mercoledì di ogni mese alle 21 presso il laboratorio S.Co.S.S.A. in via Carteria 50 a Modena (laterale di via Emilia Centro)

www.clarmo.blogspot.com - clarmo@libero.it

venerdì 6 marzo 2009

COMUNICATO DI SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA MASERATI IN LOTTA!

17.12.2008
Il C.La.R.Mo., esprime la propria solidarietà ai lavoratori in lotta della Maserati contro il mancato rinnovo contrattuale di 112 precari.
Ci poniamo al fianco della lotta di questi lavoratori perché riteniamo inaccettabile che a pagare per una crisi messa in piedi dai padroni, siano i soliti noti, gli operai.
E' chiaro che questa crisi offre il pretesto per mettere in piedi una ristrutturazione padronale che ricade su tutto il sistema produttivo, al fine di garantire ai padroni un controllo sempre più asfissiante su coloro che vendono la propria forza lavoro.
Al di là delle osservazioni sulle responsabilità dei tre sindacati confederali, visto che la stampa faceva emergere una tendenza orientata alla mediazione considerando che era già stato concordato il non rinnovo di una ventina di contratti, noi sosteniamo che la crisi non deve ricadere né sui lavoratori a tempo determinato né su quelli a tempo indeterminato: non siamo noi che dobbiamo pagare con casse integrazioni, mobilità, licenziamenti, ma i padroni che debbono abbassare i loro profitti che negli ultimi anni erano cresciuti a dismisura.
In particolare a pagare non deve essere Eugenio, colpito solo per scoraggiare gli operai più combattivi nella vertenza: la difesa del suo posto di lavoro deve costituire un momento fondamentale di solidarietà.
Sempre i padroni nei momenti di tensione cercano di colpire qualcuno per dividerci e frantumare il fronte di lotta, per far ricadere su di noi la responsabilità dell'esasperazione che sono loro a costruire giorno per giorno. Dobbiamo far capire ai padroni che colpendo lui, colpiscono ciascuno di noi!
Per questo diventa necessario realizzare uno sciopero che si estenda almeno a tutto il gruppo Fiat modenese!
SOLIDARIETA' AD EUGENIO!
SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA MASERATI IN LOTTA!
LA NOSTRA RABBIA E' FRUTTO DELLO SFRUTTAMENTO DEI PADRONI: NOI LA VOSTRA CRISI NON LA PAGHIAMO!

C.oordinamento La.voratori R.esistenti Mo.denesi
riunisce alcune realtà tra le quali il C.A.M., il P-C.A.R.C. ed altre realtà operaie (Ferrari, ecc.) che si incontreranno questa sera al Laboratorio Scossa in Via Carteria, 50 a Modena alle ore 21,30 per affrontare le problematiche relative al territorio.
PARTECIPATE!

LA CRISI LA GENERANO I PADRONI E I PADRONI DEVONO PAGARLA!

Operai, Lavoratori, Studenti, alla crisi del capitalismo, gli sfruttati arrivano divisi e disorientati e

enza avere una organizzazione adeguata alla fase che metta in discussione il mondo di produzione

apitalista che si basa sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che in ogni altra epoca sarebbe apparsa un controsenso:

epidemia della sovrapproduzione. La società si trova improvvisamente ricacciata in uno stato di

momentanea barbarie; una carestia, una guerra generale di sterminio sembrano averle tolto tutti i mezzi di

ussistenza; l'industria, il commercio sembrano annientati, e perché? Perché la società possiede troppa

iviltà, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio.

Con quale mezzo i padroni riescono a superare le crisi? Per un verso, distruggendo forzatamente

na grande quantità di forze produttive –licenziamenti e chiusure di fabbriche innanzitutto; per un altro

erso, conquistando nuovi mercati (neocolonialismo) e sfruttando più intensamente i mercati già esistenti.

er l’altro verso con una guerra.

La crisi del 1907 causò la prima guerra mondiale, quella del 1929 causò la seconda guerra

mondiale: compagni, non lasciamoci coinvolgere in un terzo conflitto militare per difendere gli interessi

ell'imperialismo europeo. Ma non è crisi per tutti, come sempre. Questa crisi come le altre, frutto del

istema capitalistico, ricade solo sulle classi subalterne. Mai come in questo momento c'è abbondanza di

ose che non vengono vendute. Operai, salariati e lavoratori tutti però, non hanno la possibilità di acquistare

emmeno i beni essenziali. I padroni, come sempre, cercano di scaricare sulle classi subalterne

inceppamento del loro meccanismo. Hanno già cercato di appropriarsi dei nostri risparmi attraverso lo

cippo del TFR, che andando in borsa, è stato mangiato da altri.

Questi sono i risultati:

Fondo Enel: - 27% Chimica: - 24,89% Pegaso (servizi di pubblico utilità): - 18% Cometa

metalmeccanici) – 16,43%

Questi sono solo degli esempi, perché tutti i fondi sono in grave perdita.

Per anni padroni, sindacati di regime CGIL-CISL e UIL e governi di destra e di sinistra hanno

oncertato sulla pelle dei lavoratori chiedendo sacrifici e solo sacrifici per mantenere in piedi un capitalismo

un apparato politico-sindacale asservito alla borghesia imperialista, diritti e salari che si riducevano ad ogni

ornata contrattuale.

appoggiamo i lavoratori dell'aeroporto di Bologna che hanno il diritto di essere rappresentati dai

indacati di Base votati dalla stragrande maggioranza

condanniamo Cgil, Cisl e Uil che hanno abbandonato i lavoratori dell'Alitalia al loro destino,

rmando un contratto che ha cancellato gli accordi presi in precedenza

non vogliamo che i sindacati concertativi nell'impiego privato abbiano una quota riservata dentro

utte le RSU aziendali

impediamo ai padroni di distruggere il contratto nazionale dividendoci, azienda per azienda, reparto

er reparto, individuo per individuo.

Parlano male dei dipendenti pubblici per penalizzare tutti: infatti la legge 133 non riguarda solo

università, ma tutto il mondo del lavoro ed i tagli alla scuola pubblica colpiranno i nostri figli, non certo

uelli dei padroni.

I padroni ci considerano delle merci: dimostriamo a questi affamatori di popolo che la merce forza-

avoro ha una testa e un cervello che è capace di dare delle risposte unitarie.

Anche per tutto questo, abbiamo fondato un coordinamento, un ambito di confronto dal basso, un

aboratorio, per trovarci uniti a promuovere le lotte in base ai nostri bisogni e non a quelle di padroni, partiti

sindacati dominanti che mirano unicamente alla loro sopravvivenza.

CI TROVIAMO OGNI PRIMO E TERZO MERCOLEDI DEL MESE PRESSO

IL LABORATORIO SCOSSA in Via Carteria, 50 A MODENA,

CI INCONTRIAMO IL 12 DICEMBRE A BOLOGNA AL CI INCONTRIAMO IL 12 DICEMBRE A BOLOGNA AL

CONCENTRAMENTO DEI LAVORATORI DI MODENA CONCENTRAMENTO DEI LAVORATORI DI MODENA

C.oordinamento La.voratori R.esistenti Mo.denesi (C.La.R.Mo.) C.oordinamento La.voratori R.esistenti Mo.denesi (C.La.R.Mo.)

Lavoratori militanti Partito Comunista dei Lavoratori – militanti Slai Cobas – P-CARC sezione Lavoratori militanti Partito Comunista dei Lavoratori – militanti Slai Cobas – P-CARC sezione

Modena – C.ollettivo A.utonomo M.odenese (C.A.M.) – operai Ferrari Auto – Modena – C.ollettivo A.utonomo M.odenese (C.A.M.) – operai Ferrari Auto –

– – Assophonecenter Modena Assophonecenter Modena

martedì 20 gennaio 2009

PROPOSTE PER AFFRONTARE LA CRISI DEL COMPARTO INDUSTRIALE DEL COMPRENSORIO DI SASSUOLO


In questi ultimi mesi la grave crisi del sistema capitalistico internazionale, ha evidenziato tutti i limiti nella conduzione dell’economia imperniata sul sistema privato. Questo ha determinato una colossale truffa legalizzata contro gli interessi della stragrande popolazione mondiale. Oltre le truffe di origine finanziaria (banche, assicurazioni, enti, fondazioni ecc.), vi è stata la globalizzazione del mercato del lavoro costruita senza una carta del diritto del lavoro, la mancanza della tutela della salute e dell’ambiente a livello internazionale con regole uniformi. Nel frattempo però sotto la spinta del potere delle lobby private, si sono spostate le attività produttive dove non esiste il principio del rispetto delle regole previste nei paesi sviluppati. Gli esempi più eclatanti sotto gli occhi di tutti sono la Cina e l’allargamento dell’Unione Europea ai paesi dell’est europeo. Migliaia di imprenditori si sono scatenati nel spostare i propri interessi in questi lidi. I vari Governi, completamente controllati da queste lobby, hanno creato le condizioni per un colossale raggiro di capitali che hanno impoverito i paesi più sviluppati e allo stesso tempo hanno mantenuto sfruttati i paesi interessati. Questo tracollo avrebbe avuto effetti molto più devastanti se non ci fossero stati interventi massicci con capitali pubblici da parte di tutti i paesi. Questo evidenzia che il controllo assoluto dell’economia in mano ai privati, porta solo povertà, sfruttamento e guerre. L’unica salvezza per risollevare le sorti di milioni di proletari nel mondo, è organizzarsi dal basso, affrontando i temi che rappresentano la base per una economia più interessata e rivolta agli aspetti sociali nel rispetto dei valori umani e dell’ambiente. I capitali pubblici devono essere indirizzati per pianificare progetti di vero sviluppo che vanno in questa direzione. Tutti i settori potrebbero ampiamente rilanciarsi per i decenni a venire. La conversione dell’energia e dei prodotti verso il rispetto eco-ambientale non è utopia. Un esempio di arretratezza per mancanza di pianificazione è proprio l’Italia. Interi settori come l’edilizia, gli autoveicoli, l’elettronica ed altri, grazie alla ricerca possono con nuovi prodotti, pianificare un totale cambiamento di ciò che è in essere. Il miglioramento socio-economico del nostro paese, passa fondamentalmente dalla capacità di produrre ciò che serve. Chi governa quindi, trovi con le organizzazioni sindacali -non pilotate da schieramenti politici- e le organizzazioni imprenditoriali, la formulazione di nuove regole per la pianificazione di: orari di lavoro, garanzie per il reddito familiare, per l’eliminazione del precariato sottoforma di sfruttamento, la possibilità di lavoro per tutti, il massimo rispetto delle norme per la sicurezza ambientale, la possibilità per le rappresentanze di base RSU di partecipare ai consigli di amministrazione delle aziende pubbliche e private. La base principale della nostra economia deve essere nazionalizzata. Pianificare ciò che serve per l’utilità collettiva nell’agricoltura e nell’industria. Preparare progetti di conversione industriale per la pianificazione, relegando all’imprenditoria privata il business collaterale. Questi i principi, per evitare un disastro socio-economico anche nelle realtà ancora attive nel paese, bisogna che gli enti locali, le regioni, mettano in campo un nuovo protagonismo del pubblico. Troppe risorse sperperate per assistenzialismi senza futuro ad imprese e cittadini. Il comprensorio di Sassuolo è l’ultimo esempio di un bivio che la società civile dovrà affrontare. L’immobilismo determinerebbe un tracollo con tutte le conseguenze possibili, già viste in altre realtà del paese. Le scelte imprenditoriali di disimpegno delle attività, devono trovare risposta con l’esproprio da parte degli enti locali e il rilancio o la conversione delle stesse. Inutile pensare che i livelli di produzione potranno rispecchiare un passato basato sul massimo profitto. E’ necessario pianificare gli orari di lavoro, eliminando il ciclo continuo e il turno della notte (salvo le esigenze di impianto). Creare medie di orario settimanale fra le 20/30 ore. Determinare per i completamenti dei redditi familiari l’applicazione del part-time in modo strutturale. Defiscalizzazioni su una parte del reddito per mantenerlo adeguato al costo della vita. Nuove politiche energetiche (vedi paesi nord europa) possono permettere importanti risparmi per i bilanci familiari. Ovvio che le lobby che controllano il comprensorio, detti cambiamenti non li realizzano autonomamente. È necessario quindi, una importante pressione dei cittadini con coordinamenti attivi che influenzino le scelte dei nostri comuni e dell’imprenditoria. Attivarsi solo per una logica di accesso agli ammortizzatori sociali, divide il fronte del proletariato e comunque non ferma il totale degrado del tessuto sociale del comprensorio. Noi siamo il coordinamento lavoratori resistenti Modena. Siamo pronti ad aiutare chi vuole realizzare un coordinamento nel comprensorio di Sassuolo. Proletari, rendetevi protagonisti delle scelte per il vostro futuro e per il futuro dei vostri figli.

mercoledì 14 gennaio 2009

BRUTALE RISVEGLIO!

Lavoratori: da sempre padroni, governi di destra e di sinistra ci hanno fatto credere che gli interessi degli operai erano uguali a quelli di chi ci sfrutta e si arricchisce sulla nostra pelle; in nome di questi interessi comuni ci hanno chiesto sacrifici e solo sacrifici che si concretizzavano in ogni tornata contrattuale con perdite di diritti e salario.
Le parole d'ordine del trio delle meraviglie Cgil, Cisl e Uil erano battere la concorrenza per conquistare nuovi mercati fomentando così una guerra tra poveri a livello mondiale. A chi si fa sfruttare di più e tace è concesso un giorno in più di sfruttamento, salari da fame, lavoro precario, vere e proprie rapine come quelle sul TFR gestito dai padroni insieme ai sindacati concertativi con l'unico risultato, peraltro facilmente prevedibile ed era per questo che lo avevamo osteggiato, che con la crisi capitalista il nostro TFR è crollato con il crollo delle borse a livello mondiale.
Operai, per i padroni siamo solo delle merci da sfruttare come limoni e da buttare nella spazzatura quando non serviamo più a soddisfare la loro fame di profitto.
Per i padroni vengono prima i loro bilanci, anche a costo di licenziare milioni di lavoratori.
Come Coordinamento Lavoratori Resistenti di Modena (C.La.R.Mo.)esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori dell'Iris licenziati da un padrone che, a detta di un politico locale, ha preso milioni di euro dallo stato e non si è fatto nessuno scrupolo nel mettere sul lastrico 780 lavoratori. E' evidente che ci ha trattato peggio degli schiavi, visto che almeno i padroni di allora davano cibo due volte al giorno.
Per noi salari da fame, che non ci permettono di arrivare a fine mese e morte sul lavoro.
Lavoratori dell'Iris, in questa fase di crisi generale del capitale i sindacati e i partiti al massimo possono ottenere un poco di mobilità e qualche giorno di cassa integrazione.
La lotta e solo la lotta può fermare questa deriva di perdita di posti di lavoro.
Se il padrone Minozzi ha preso soldi pubblici, questo rafforza le motivazioni per proporre di espropriare non solo l'Iris ma tutto quello che questo personaggio controlla.
Operai: per fronteggiare i tempi duri che ci aspettano dobbiamo costruire legami ed organizzazione dal basso, per evitare il più possibile di delegare altri a difenderci.
La nostra impressione, come C.La.R.Mo. è che ci si dovrebbe costituire in coordinamento, magari anche tra le RSU del comprensorio, per indire uno sciopero in difesa dei lavoratori dell'Iris con indizione territoriale, meglio ancora se a livello provinciale.

SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DELL'IRIS

C.La.R.Mo.
Coordinamento Lavoratori Resistenti di Modena

ci riuniamo ogni primo e terzo mercoledi del mese alle ore 21,30
presso il Laboratorio Scossa in Via Carteria, 50/52 a Modena
la nostra prossima riunione sarà mercoledì 21 gennaio
Il coordinamento è composto da operai di alcune realtà di fabbrica di Modena e provincia e da lavoratrici e lavoratori di diversi settori produttivi